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Pecore e Capre, il Gusto e la Tradizione

La bibbia è piena di riferimenti a sacrifici di agnelli e capretti; e tutta la storia antica è cosparsa di questa tradizione religiosa di offrire alla divinità il cibo più prelibato.
In epoche più recenti troviamo pecore, capre ed agnelli sulle mense prima dei romani, poi dei signori medioevali, fino alle corti illuminate dei principi e dei sovrani.

agnello al forno

La carne ovina e caprina insieme al pesce ad alle uova, è stata, forse nella storia, il più diffuso alimento proteico dell'umanità.

La tradizione si è interrotta, ed in modo anche abbastanza brusco, solo da pochi anni. Complice l'urbanizzazione, ma anche un malinteso senso della richezza, che con il miracolo ha spinto bruscamente la popolazione italiana verso consumi certamente più cari e certamente non più favorevoli sotto il profilo alimentare. Sbagliavano gli antichi delle civiltà dei pasatori, nutrendosi di cibo povero e scadente, oppure sbagliamo noi che abbagliati dalla praticità e dalla moda, ci alimentiamo in maniera diversa?

Sicuramente sbagliamo noi visto che le carni ovicaprine sono, oltre che gustose e talora economiche, anche assai interesssanti dal punto di vista nutrizionale.

E sbagliamo anche rispetto agli altri paesi avanzati, che hanno invece razionalizzato da tempo il loro modo di nutrirsi e che non l'hanno mai fatta finita con questa tradizione secolare delle cucine di mezzo mondo.
In Italia si consumano circa 2 chili pro capite di carne ovocaprina, siamo all'ultimo posto in Europa, contro situazioni che vanno da 4 a 10 chili a testa.
E sbagliamo anche nell'indirizzo del nostro piccolo consumo, privilegiando l'uso di carni di animali piccoli e giovanissimi. Il classico abbacchio romano, un agnello di 25-40 giorni di peso intorno agli otto chili, poco ricco di sostanze nutritive e scarsamente sapido. Meglio è l'agnello pesante, di età compresa tra i 70 e 100 giorni, alimentato a latte ma anche con mangimi bilanciati. Una carne decisamente migliore per gusto, consistenza, resistenza alla cottura e proprietà organolettiche: ma anche per una minore incidenza di peso osseo ed un rapporto favorevole fra parti edibili e non.
Il consumo squilibrato del mercato italiano porta il consumo a concentrarsi in periodi assai ristretti, Natale e Pasqua. Conseguenza è l'altalena dei prezzi che finisce per sconcentrare il consumatore.

pecore e capre

Gli allevatori hanno fatto molto per la selezione delle razze migliori, lavoro non facile, perchè è stato necessario realizzare programmi in linea con le esigenze degli allevatori, tenendo conto delle nuove tecniche dell'allevamento artificiale, dello svezzamento precoce, di una corretta alimentazione e di un controllo efficace sulla riproduzione.

Al consumo le grandi divisioni risultano tre, forse quattro:

A) Agnello o capretto da latte. Macellato a 25-30 giorni d'età.
B) Agnello pesante bianco. Si deve aggiungere che si tratta di soggetti comunque ancora da latte ma che, essendo già entrati nel periodo dello svezzamento, conferiscono gusto e sapore di primissimo livello alle loro carni.
C) Agnellone o castrato. Macellato dai 5 ai 7 mesi, con carne più o meno rossastra a seconda delle razze, ricercata dai più raffinati buongustai perchè si presta a molteplici elaborazioni culinarie. Presente ai massimi livelli in molte cucine regionali.
D) Capre e pecore adulte. Non più appetibili come i soggetti più giovani, queste carni sono di difficile collocazione sul mercato, anche se in alcune zone vengono utilizzate sapientemente in gustose elaborazioni. Hanno dalla loro il costo supercontenuto.

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