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Max Schrems denuncia Facebook sulla tutela della Privacy

La denuncia: «Violate le direttive Ue, dati personali conservati anche dopo la cancellazione». Scoperte 22 violazioni. In Irlanda (sede europea) il Garante della privacy avvia un’indagine. La prossima settimana i dirigenti di Facebook potrebbero essere ascoltati in audizione davanti alla Data Protection Commissioner. La posta in gioco è altissima, soprattutto se si tiene conto del valore commerciale delle informazioni personali conservate. Qualunque sia l’esito è probabile che molti dubbi e dicerie possano finalmente essere verificati e aprire un clamoroso precedente legale.

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Vanity Fair - Max Schrems sorride da dietro alla scrivania, con il braccio su una pila di 1.200 fogli A4. Lì dentro c'è scritto tutto quello che Facebook sa di lui: nome, cognome, gusti personali, preferenze politiche, conversazioni, foto. Tutto. «Roba da far impallidire il Kbg o la Cia», dice. Eppure Max Schrems, a dispetto del nome che sa di spia di Berlino Est al tempo della guerra fredda, è solo uno studente austriaco di 24 anni. Quelle 1.200 pagine, spiega, esistono per ognuno degli 800 milioni di iscritti su Facebook ed è ora che tutti lo sappiano e le vedano.

Lui ha fatto da apripista. Un giorno ha richiesto all'azienda che gestisce il social network i dati che lo riguardavano. Dopo vari tentativi andati a vuoto si è visto arrivare a casa un cd che conteneva un file Pdf con il suo «dossier» personale nelle mani di Facebook: le 1.200 pagine con tutte le conversazioni che aveva avuto nei tre anni di presenza sul social network, le foto che aveva caricato e quelle in cui era stato taggato, i messaggi inviati e le pagine preferite.

Max ha scandagliato quelle pagine e ha denunciato 22 presunte irregolarità al garante dei dati personali che secondo lui vengono commesse quotidianamente dal social network:

la raccolta di informazioni degli utenti a loro insaputa; il consenso per la privacy formulato in modo non valido; il riconoscimento facciale degli utenti introdotto senza il loro consenso; la dichiarazione con cui l'azienda dichiara di non poter garantire alcun tipo di sicurezza dei dati raccolti. E soprattutto, la sopravvivenza nei server della società di tutti i dati personali (tag, foto, post, messaggi, ecc.) che sono stati cancellati dagli utenti.

Dopo la scoperta Max ha creato il sito EuropevsFacebook. Da qui vuole invogliare gli altri utenti europei di Facebook a fare quello che ha fatto lui e spiega la procedura per farsi inviare a casa il proprio «dossier» personale.

«Facebook cercherà di farvi desistere», spiega Max, «magari inviandovi solo i dati dei vostri log-in». Per questo, continua, bisogna insistere con la procedura normale. Se tutto va bene, entro 40 giorni l'utente dovrebbe ricevere un cd con i propri dati personali. Max Schrems l'ha ricevuto. Un plico con oltre 1000 pagine. Certo, c’è da dire che Facebook conosce dei propri utenti solo ciò che gli utenti pubblicano. E molti, più o meno consciamente, sanno che nulla di ciò che va sui social network resta segreto. Ma quel plico sulla scrivania di Max fa impressione.

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