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Un italiano su cinque subisce stalking

Un italiano su cinque, il 20% della popolazione, è vittima di stalking. E a scuola tra i banchi lo è il 10% circa degli adolescenti. Sono i dati dell'Osservatorio Nazionale Stalking che ha condotto con quello sulla Violenza Psicologica un sondaggio tra 400 studenti provenienti da istituti superiori a livello nazionale di età media 16 anni.
Su di loro è emerso che il 65% conosce il significato del termine; che il 25% denuncerebbe il reato e che il 45% si rivolgerebbe a centri specializzati. Sempre tra i giovani il 3% circa è vittima in altri contesti, essenzialmente in famiglia. Il 15% è vittima di violenza psicologica, mentre il 4% è autore di stalking . Gran parte delle vittime, riferisce l’Osservatorio, non segnala lo stalker, per sfiducia nelle autorità, paura di non essere tutelate nella fase successiva alla denuncia, volontà di aiutare il persecutore, che è spesso un ex-partner o un conoscente. La legge inoltre “non prevede il patrocinio gratuito per tutte le vittime né un percorso psicologico di sostegno al persecutore, e uno stalker su tre continua a perseguitare la vittima - si legge- dopo la denuncia, talvolta perfino dopo la condanna, spesso con un’intensità e ferocia maggiori che ne periodo precedente”. 

italiani stalking

Dal 2002 l’Osservatorio Nazionale Stalking aiuta le vittime con consulenze legali e psicologiche e dal 2007 è stato istituito il Centro Presunti Autori che si pone l’obiettivo di recuperare gratuitamente gli stalker con percorsi di psicoterapia mirati a una presa di coscienza del problema e all’elaborazione di dolorosi vissuti personali non superati. I persecutori risocializzati, ad oggi, sono 120: il 40% ha raggiunto un completo contenimento degli atti persecutori, nel 25% dei casi si è verificata una significativa diminuzione dell’attività vessatoria, della recidiva e la prevenzione degli agiti più gravi. “Questo -spiega l’Osservatorio- ha permesso a tante vittime di uscire dall’incubo, laddove la legge e la coercizione non si sono rivelati sufficienti ad arginare una condotta che deriva da un disagio psicologico radicato nella personalità dello stalker, il quale presenta gravi difficoltà a elaborare il rifiuto e l’abbandono. Non funziona, senza queste premesse, una legge che si basa sul buonsenso e sulla capacità analitica di una persona (lo stalker) che, vivendo un forte disagio psicologico, ha perso parzialmente o completamente il contatto con la realtà”.

Da anni l’Osservatorio Nazionale Stalking in collaborazione con il sindacato di polizia Coisp sta portando anche avanti una campagna informativa a livello nazionale “affinché questa legge venga integrata con uno strumento di prevenzione valido ed estremamente necessario: una presa in carico del presunto autore da parte di centri specializzati”. Intanto la parola d’ordine resta ‘prevenzione’. Tra gli obiettivi immediati dell'Osservatorio una campagna informativa riguardo alla complessa tematica dello stalking indirizzata ai giovanissimi: il tour nazionale si svolgerà fino al 26 novembre e farà tappa nelle città di Roma, Milano, Cagliari, Vibo Valentia e Catanzaro.

A essere vittima di stalking non sono soltanto le donne. Il 30% dei ‘perseguitati’ sono uomini. Lo stalker è un individuo che non è in grado di elaborare e accettare l'abbandono. Circa il 20% di questi individui soffre di un disturbo della personalità. Nel momento in cui sente di perdere una persona importante, attiva automaticamente una serie di comportamenti orientati a mantenere un contatto controllante con la vittima e farla desistere dal proposito d'allontanamento.

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