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Inquinamento terrestre - i veri responsabili

Il Rapporto Italia Eurispes spiega come l'attuale sistema agroindustriale italiano consumi più energia di quanta ne riesca a produrre, e mette in luce come le emissioni provenienti da questo settore in Italia sia pari a 104 gigatonnellate di CO2, cioè il 18,8% del totale nazionale.

allevamenti di mucche i veri responsabili dell'inquinamento

Gianluca Felicetti, presidente LAV, e Franco Bergamaschi, co-fondatore dell'Erbolario: «Se adottassimo sia nella ristorazione privata, sia in quella collettiva un menù completamente vegetale un giorno alla settimana, realizzeremmo un importante abbattimento delle emissioni di gas serra e dell'impiego delle risorse idriche».

Infatti ogni pasto tutto vegetale permette di risparmiare 1.656 grammi di emissioni equivalenti di CO2 e acqua pari a 32 docce rispetto a un menù con carne».

Insomma, se facciamo due conti, il risparmio in termini di emissioni di uno stile di vita Vegan è enorme: un anno di Mercoledì a base Vegan, dal punto di vista individuale, significherebbe che ciascuno di noi risparmierebbe l'equivalente del consumo di una lampadina accesa ininterrottamente per 277 giorni. Se tutti gli italiani adottassero il mercoledì Vegan, in un anno risparmieremmo acqua pari a oltre 3 milioni di piscine olimpioniche ed emissioni di CO2 pari a 180.822 giri intorno all'Italia percorsi con un Suv. Oltre alle vite di decine di milioni di animali.

Ma al di là dell'anidride carbonica, la dieta vegetale è per l'individuo molto più salutare di quella onnivora. Statistiche rivelano come i vegetariani vivano più a lungo degli onnivori.

L'oncologo Umberto Veronesi, vegetariano convinto e sostenitore dell'alimentazione vegetariana, spiega che il 30% dei tumori è dovuto a un'alimentazione troppo ricca di grassi saturi, quelli di origine animale. Al contrario frutta e verdura sono scrigni di preziose sostanze che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. Insomma ci dicono "mangiate vegetariano e salverete voi stessi e il Pianeta".

Al Vertice ONU ‘Rio +20' sui cambiamenti climatici e green economy, la Lega Anti Vivisezione ha presentato un Dossier ‘I costi reali del ciclo di produzione della carne' al Ministro dell'Ambiente Clini.

Inquinamento i veri responsabili

Il ciclo della produzione di carne, infatti, sarebbe secondo la LAV responsabile dello sfruttamento del 30% delle terre emerse del pianeta e del 70 % delle terre disponibili, diventando una significativa parte in causa rispetto ai cambiamenti climatici e all'impatto negativo sugli equilibri ambientali.

Ponendo all'attenzione dei ministro Clini questo dossier, quindi, l'associazione ha chiesto ai Paesi riuniti al summit mondiale Rio +20 di adottare politiche di sostituzione delle proteine animali a favore di quelle vegetali e di eliminare i sussidi lungo tutta la filiera zootecnica.

Da tempo in effetti diversi studi internazionali evidenziano le conseguenze negative del ciclo di produzione di carne in termini di acidificazione delle terre, inquinamento ed eutrofizzazione delle acque, cambiamento climatico, cancerogenicità, sfruttamento delle risorse naturali, utilizzo di energie non rinnovabili, inquinamento atmosferico.

Per fare un esempio concreto ed immediato in relazione allo sfruttamento delle risorse naturali e all'inquinamento, basti considerare che per la produzione di un chilo di carne di manzo occorrono 10 chili di mangimi e 15.500 litri di acqua comportando l'emissione di una quota di anidride carbonica paragonabile a quella prodotta da un automobile che percorra 250 km.

Insomma, si tratta di un sistema che, tenuto anche conto del crescente fabbisogno di carne proveniente da Paesi emergenti, non può più soddisfare tutti senza drammatiche ripercussione sul pianeta.

La controproposta fornita dalla LAV è pertanto quella di andare nella direzione di un ciclo alimentare sostenibile sotto il profilo ambientale oltre che su quello etico e della salute.

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