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Perché i cani ci leccano?

La risposta è piuttosto articolata ma diciamo che, per una volta,  la spiegazione più nota e più scontata (“ci lecca perché ci vuole bene e vuole darci i bacini”), non è molto lontana dalla realtà.

Il cane, infatti, riceve le prime leccate immediatamente dopo la nascita, quando la mamma mette in atto questo comportamento per ripulirli e stimolare la respirazione. Nei giorni successivi la madre continuerà a leccare i cuccioli per tenerli ancora puliti e soprattutto per eliminare urine e feci, visto che non può né mettergli, né cambiargli il pannolone .

Sta di fatto che, per i cuccioli neonati, il leccamento equivale a un insieme di affetto, attenzioni, sicurezza, pulizia: un mix di sensazioni piacevoli che lui vorrà riprodurre anche in età adulta quando intende compiacere qualcuno.
Per questo non si può dire che sia sbagliato pensare ai “bacini”… anche se non è tutto qui.

Il leccamento, infatti, viene usato anche come segno di deferenza verso i superiori gerarchici (mamma per i cuccioli, individui di rango più alto negli adulti), ma anche per stimolare nella madre il riflesso di rigurgito del cibo: leccare gli angoli delle labbra, infatti, induce nella cagna il rigurgito di quelli che io chiamo “omogeneizzati canini”, ovvero cibo predigerito perfetto per lo svezzamento.

Quindi, quali sono i possibili significati del leccamento?

cane lecca malattia

a) Quando rientriamo a casa dopo un’assenza, o quando ci mettiamo a giocare con il cane dopo un po’ di tempo in cui ci siamo fatti gli affari nostri, il leccamento rapido ed entusiasta è soprattutto una richiesta di attenzioni e di cibo.
La traduzione dal canese potrebbe essere, pressapoco: “Ehi, ciao, finalmente sei tornato! Sono qui, considerami, guardami… ma soprattutto dammi da mangiare!”  (lo stesso atto del “saltare addosso” è un tentativo di raggiungere gli angoli della nostra bocca: ovviamente il cane sa benissimo che non gli rigurgiteremo alcunché, ma utilizza ugualmente questo segnale che in canese significa “sfamami!”).

 

b) Quando il cane lecca un animale più piccolo di lui, un cucciolo o un bambino umano, il leccamento di solito è più lento e le leccate sono più “distese” e pronunciate: in questo caso siamo di fronte a un leccamento di tipo “materno” (anche se il cane è un maschio) che equivale al mix che abbiamo visto sopra: affetto, pulizia e anche il tentativo di eliminare gli odori troppo forti, che nella mente atavica del cane potrebbero attirare i predatori.

Cane lecca bambino

Il motivo per cui i cani leccano molto i neonati non è  che li stiano “assaggiando” perché hanno il velato desiderio di mangiarseli. Intendono invece impedire che se li mangi qualcun altro, e cioè i predatori che, nella mente del cane, sono sempre in agguato anche quando lui e la sua famiglia vivono al decimo piano di un palazzo al centro di Milano.
In questa stessa ottica va visto anche il leccamento dei piedi, delle ascelle o delle mani dopo che abbiamo, per esempio, cucinato: o abbiamo fatto pulizia in casa utilizzando prodotti particolarmente odorosi.

Il cane tenta di eliminare questi odori troppo intensi un po’ perché – come nel caso di cuccioli e neonati – pensa di aiutarci a tener lontani i nemici, e un po’ perché possono dar fastidio anche a lui.

c) In altri casi il cane ci lecca per assumere informazioni attraverso i feromoni che noi emettiamo (senza saperlo e senza averne il controllo) e che gli dicono se siamo sani o malati, allegri o incavolati, in forma o un po’ moscetti… e così via. Normalmente, per ottenere queste informazioni, al cane basta usare il naso: ma a volte “perfeziona” la ricerca anche attraverso il gusto (senso che in pratica usa solo a questo scopo, visto che il cibo lo inghiotte tipo aspirapolvere senza masticarlo e senza quasi sentirne il sapore). Questo è anche il motivo per cui soprattutto i maschi (ma a volte anche le femmine) leccano l’urina altrui, con particolare interesse per quella delle cagne in calore se si tratta di maschi.
A noi questo gesto fa immensamente schifo e quindi ci precipitiamo a sgridare il cane, che di solito ci guarda con l’espressione scocciata, pensando qualcosa tipo: “Ma ti sembra carino strapparmi via il giornale mentre sto leggendo?”

cani e coccole

d) il leccamento “deferente” è quello che viene riservato ai superiori gerarchici e, in alcuni casi, anche a figure che incutono un po’ di paura (o tanta paura, come nel caso del veterinario): di solito questo tipo di comunicazione è preceduto dal leccamento “a vuoto”, che è un calming signal. Se poi il cane pensa che non possa essere sufficiente, passa a leccare direttamente la persona (o l’animale) che gli incute soggezione.
In questo caso la traduzione dal canese potrebbe essere più o meno questa: “Sì, sì, lo so, il capo sei tu, non ho la minima intenzione di metterti in discussione: se poi magari puoi anche evitare di piantarmi aghi nella pelle,  di torturarmi le orecchie o di sprimacciarmi il sedere, te ne sarò davvero grato”.
Ovviamente qui il significato di “dare i bacini” diventa un pochino lontano dalla realtà.


Infine, una nota sui cani che si leccano da soli. Poiché abbiamo visto che il leccamento è gratificante, il cane che si annoia o che è stressato per un qualsiasi motivo può cercare con questo gesto l’autogratificazione o addirittura la consolazione. Attenzione, perché un iniziale leccamento sporadico può trasformarsi in un atto ossessivo-compulsivo che può portare addirittura all’automutilazione.

Se il nostro cane si lecca spesso le zampe, dopo aver accertato che non ci sia qualche problema fisico (per esempio, un corpo estraneo negli spazi interdigitali) dovremo correre ai ripari impedendogli di reiterare il comportamento, ma soprattutto andandone a cercare le cause, che andranno eliminate al più presto. Un cane che lecca se stesso è un cane che ha qualche problema: magari di facile soluzione, come la noia (dedichiamogli più tempo, facciamolo giocare, lavorare, interagire di più con noi), oppure più complesso, come una vera e propria depressione.

Questo sintomo non va mai sottovalutato perché è sempre sinonimo di cane che non si trova a suo agio.

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