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Non è più reato penale, non pagare l'Iva

Nonostante molti contribuenti mettana dinnanzi ai giudici la propria impossibilità a pagare, finiscono ugualmente strozzato da un processo a carattere penale.

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Questo perché l'omesso pagamento dell'Iva sopra i 50mila euro fa inevitabilmente scattare un processo penale. Anche se l'imprenditore, messo in mutande dalla crisi economica, si guarda bene dallo scrivere falsità nella dichiarazione dei redditi e ammette di essere sul lastrico. Per fortuna questa caccia alle streghe è destinata a finire. Come annuncia LiberoMercato, in autunno sarà in Gazzetta il decreto che depenalizza l'omesso versamento dell'Iva se inserito nella dichiarazione dei redditi.

Quella che per molti imprenditori fiaccati dalla recessione è una vera e propria rivoluzione rientra nella riforma delle sanzioni tributarie e del principio di abuso di diritto. A conti fatti l'omesso pagamento dell'Iva viene messo allo stesso livello dell'omesso pagamento dell'Irpef che ad oggi viene sanzionato dall'Agenzia delle Entrate con una multa del 30%. La riforma avrà un'immediata ripercussione sui tribunali: da quando nel 2009 è stata abbassata la soglia da 103mila a 50mila euro sono stati avviati migliaia di procedimenti che si sono poi spesso risolti con decreti penali. Anche se, nella maggior parte dei casi, l'imprenditore si era visto costretto a non pagare l'Iva, magari per evitare che l'azienda o l'impresa andasse a gambe all'aria, magari per riuscire a saldare i conti coi fornitori, magari per staccare gli assegni degli stipendi dei dipendenti.

In questi anni di crisi nera ci sono stati anche giudici che hanno assolto quei contribuenti che non sono stati in grado di pagare l'Iva ma che la inserivano regolarmente nella dichiarazione dei redditi. "Il fatto stesso di inserire l'omissione nel 730 - spiega Claudio Antonelli su LiberoMercato - faceva venir meno il dolo e dunque il reato in sé". Ai primi di settembre il decreto per depenalizzare l'omesso pagamento dell'imposta sarà, dunque, votato in parlamento. I giudici, però, dovranno tenerne conto da subito per i procedimenti in corso.

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